Criminali di guerra in Germania: giustizia o rifugio sicuro?

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Il 23 giugno 2025, la serie “Amnesty Germany” parlerà dei criminali di guerra e delle sfide legali in Germania.

Am 23.06.2025 diskutiert die Serie "Amnestie Deutschland" über Kriegsverbrecher und die rechtlichen Herausforderungen in Deutschland.
Il 23 giugno 2025, la serie “Amnesty Germany” parlerà dei criminali di guerra e delle sfide legali in Germania.

Criminali di guerra in Germania: giustizia o rifugio sicuro?

In un'avvincente serie di podcast, Azadê Peşmen esamina la questione esplosiva se la Germania sia un rifugio sicuro per i criminali di guerra. La serie “Amnesty Germany” è composta da cinque episodi penetranti e offre approfondimenti su vari casi, che vanno dalla fuga alla giustizia fino al procedimento legale. Il primo episodio affronta il caso dell'ex agente dei servizi segreti Anwar Raslan, che vive a Berlino e si è fatto conoscere grazie a un rifugiato. È sotto processo a Coblenza per crimini gravi. Ciò risponde alla domanda cruciale: può esserci giustizia per le vittime di tali crimini? Lo riferisce la WDR.

Il secondo episodio è dedicato all'ex comandante militare argentino Luis Kyburg, che continua a vivere indisturbato a Berlino nonostante una caccia all'uomo internazionale per crimini contro l'umanità. Ciò rende chiaro il motivo per cui non è mai stato estradato in Argentina: un esempio di quanto complesse siano le sfide legali e politiche in questa questione.

Crimini contro l'umanità e come affrontarli

Un altro focus è sul terrorista dell'ISIS Taha Al J., condannato in Germania dopo che una bambina di cinque anni morì di sete. Questo episodio affronta il primo verdetto giuridicamente vincolante al mondo per il genocidio contro gli yazidi e mostra come il diritto internazionale funziona anche in Germania. Probabilmente molti stanno riflettendo su come lo Stato di diritto affronta il passato, in particolare per quanto riguarda i criminali di guerra e le loro condanne.

Il quarto episodio è dedicato al genocidio armeno e all'omicidio di Talât Pasha, una delle menti. Le assoluzioni della magistratura tedesca sollevano interrogativi sul coinvolgimento della Germania in questo terribile capitolo della storia. L'episodio finale riguarda l'attacco di Sivas del 1993, in cui gli islamisti appiccarono il fuoco all'Hotel Madımak mentre vi soggiornavano i partecipanti a un festival alevita. Alcuni dei colpevoli vivono ancora oggi impuniti in Germania, il che solleva la questione dell'estradizione. Spettro illuminato.

Il ruolo del diritto penale internazionale

L’indagine giuridica su crimini come questi non è solo di importanza nazionale, ma anche internazionale. Il diritto penale internazionale, che esiste in Germania da oltre 20 anni, consente alla magistratura tedesca di perseguire il genocidio e i crimini contro l’umanità indipendentemente dalla scena del crimine. Il Ministero federale della Giustizia sottolinea l'importanza di tutelare questi interessi giuridici universali e di garantire la responsabilità degli autori dei reati.

Boris Burghardt parla ripetutamente, distinguendo quattro fasi nell'affrontare i crimini nazisti. La prima fase inizia dopo la Seconda Guerra Mondiale con il Processo di Norimberga, in cui furono accertati nuovi reati penali. Tuttavia, i periodi successivi mostrano esitazione e azioni legali spesso inadeguate contro i responsabili di indicibili sofferenze. Burghardt sottolinea che l'azione legale non è mai indipendente dal contesto sociale, che continua ad essere importante in questo momento.

In un momento in cui la pretesa universale del diritto internazionale è minacciata da interessi politici di potenza, resta aperta la questione se la Germania possa essere considerata un rifugio sicuro per tutti – o se i gravi crimini del passato debbano avere conseguenze evidenti anche nel presente.