La vittoria a sorpresa di Milei in Argentina: una svolta per il Paese?
Javier Milei ottiene un successo sorprendente alle elezioni del Congresso argentino del 2025, ma rimane sotto pressione a causa degli scandali e dell'inflazione.

La vittoria a sorpresa di Milei in Argentina: una svolta per il Paese?
In Argentina, le ondate politiche si sono intensificate in seguito alle elezioni di medio termine del Congresso. Il presidente Javier Milei e il suo partito “La Libertad Avanza” si sono comportati sorprendentemente bene, ottenendo quasi il 40% dei voti. Milei, che si considera un rappresentante del nuovo ordine politico, si è chiaramente lasciato alle spalle l'attuale opposizione di sinistra, che ha raggiunto quasi il 32%. Nonostante il voto obbligatorio, l’affluenza alle urne è stata di un rispettabile 68%. Questa elezione è vista come una prova dei sentimenti per la sua presidenza ed è stata una giornata storica per molti, come ha sottolineato lo stesso Milei annunciando di voler portare avanti imperterrito il suo programma di riforme, come Antenne Unna riferisce.
Il panorama politico dell'Argentina è cambiato radicalmente. In queste elezioni furono sostituiti metà della Camera dei Deputati e un terzo del Senato. Finora Milei aveva dietro di sé solo un piccolo gruppo di rappresentanti e governava in gran parte per decreto. Ma il risultato elettorale potrebbe dare a lui e ai suoi alleati un terzo dei seggi al Congresso, il che gli permetterebbe di difendere il suo veto presidenziale sulle decisioni parlamentari. Ciò potrebbe cambiare significativamente gli equilibri del potere politico.
Gli approcci radicali di Milei
Molti vedono Milei come un anarcocapitalista che vuole abbattere il vecchio ordine politico. La retorica del suo partito si riferisce all’élite esistente come “la casta”, responsabile di decenni di cattiva gestione e “furto”. Milei è passato da popolare commentatore televisivo a presidente nel 2023 e viene spesso definito il "Trump della Pampa" per le sue opinioni radicali - un titolo che sottolinea il suo impatto polarizzante, secondo TRT World.
Ma la realtà appare meno rosea. Nonostante i suoi recenti successi, le promesse di Milei agli elettori vengono sempre più messe in discussione. L’attuale situazione economica è tesa: il tasso di inflazione è superiore al 30%, l’Argentina ha un’elevata disoccupazione e un immenso debito estero di oltre 300 miliardi di dollari USA. La produzione industriale soffre di una bassa competitività e di un’ondata di importazioni a basso costo. Anche l'aiuto monetario da parte degli USA, legato alla vittoria elettorale di Milei, rappresenta un fattore pesantemente gravoso per il suo governo.
Ombre corrotte
La carriera politica di Milei è colpita anche da scandali di corruzione che mettono a rischio la sua credibilità. Recentemente è emerso che sua sorella Karina Milei potrebbe essere coinvolta in uno scandalo di corruzione che coinvolge ordini medici. Ciò non è solo visto come un attacco alla sua persona, ma aumenta anche la rabbia di molti argentini per un possibile arricchimento del suo governo. Gli oppositori politici di Miles sfruttano senza pietà questi scandali per dipingerlo come parte del sistema da lui criticato con tanta veemenza.
Le prossime elezioni del 2027 potrebbero già essere influenzate dall’indebolimento dell’indice di gradimento di Milei e dalle crescenti proteste tra la popolazione. Oltre il 40% dei cittadini vive oggi in povertà, il che spinge molti, soprattutto i giovani, a cercare alternative. Il divario politico nel Paese è forte: un terzo degli elettori sostiene il peronismo, un altro terzo lo rifiuta e un terzo si è allontanato dalla politica. Ciò dimostra l’insicurezza e l’insoddisfazione nella società argentina.
Il futuro politico di Javier Milei è quindi tutt'altro che certo, nonostante il suo successo alle elezioni del Congresso. Le sfide, soprattutto per quanto riguarda la corruzione e la stabilità economica, sono enormi. Il prossimo periodo mostrerà se riuscirà a superare questi ostacoli o se passerà presto alla storia come “il presidente che non ha mantenuto le sue promesse”.