Il monopolio cinese sulle terre rare è traballante: opportunità per l'Occidente!

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La Cina controlla il mercato delle terre rare mentre l’Occidente cerca di sviluppare alternative per ridurre la dipendenza.

China kontrolliert den Markt für Seltene Erden, während der Westen versucht, Alternativen zu entwickeln, um die Abhängigkeit zu verringern.
La Cina controlla il mercato delle terre rare mentre l’Occidente cerca di sviluppare alternative per ridurre la dipendenza.

Il monopolio cinese sulle terre rare è traballante: opportunità per l'Occidente!

Attualmente si registra un notevole cambiamento nell’economia globale, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “oro nero” dell’industria moderna: le terre rare. Queste materie prime critiche sono cruciali per la produzione di numerosi prodotti high-tech e hanno applicazioni che vanno dall’elettronica alla difesa. In un avvincente gioco geopolitico, anche l’industria occidentale si sta allontanando dalla dipendenza dalla Cina, che controlla quasi l’intera catena di approvvigionamento.

Secondo recenti rapporti, come La Frankfurter Allgemeine Zeitung rapporti, il settore occidentale è fortemente dipendente dalle terre rare cinesi. Nel 2019, durante il conflitto commerciale, il presidente cinese Xi Jinping ha abilmente sfruttato questa dipendenza per dimostrare l’influenza del Paese nel mercato globale. Gli Stati Uniti hanno risposto con tariffe elevate sui beni cinesi, un coraggioso punto di partenza. Ma l’industria occidentale si è resa conto che doveva ripensarci.

La pressione sui mercati

La Cina controlla quasi il 70% dell’estrazione mineraria globale e produce oltre il 90% delle terre rare lavorate. Non sono numeri banali! Come L'onda tedesca Chiarito, l’industria tedesca degli armamenti può aspettarsi forniture per i prossimi cinque anni, ma un futuro stabile non dipende solo dagli attuali livelli di stoccaggio.

Negli ultimi anni le persone non hanno solo pensato alla dipendenza, ma hanno anche lavorato attivamente su alternative. Le aziende in Europa e negli Stati Uniti stanno espandendo le loro capacità produttive di terre rare e magneti. Gli esperti affermano che l’ottimismo è evidente nei mercati dei capitali di tutto il mondo poiché vengono scoperti nuovi depositi in paesi come Canada, Australia e Brasile. Ma basterà questo a spezzare il dominio della Cina?

Le sfide in breve

“Sta succedendo qualcosa”, avvertono gli economisti. L’influenza della Cina rimane forte e i paesi occidentali si trovano ad affrontare sfide importanti. Come riporta l’IEA, l’elevata concentrazione del mercato delle terre rare rappresenta un serio rischio per le catene di approvvigionamento globali. Questa insostenibilità è ulteriormente rafforzata dal nuovo permesso di esportazione della Cina, che presenterà nuovi ostacoli per le aziende straniere a partire da dicembre 2023. Tutte queste misure possono essere viste come una risposta diretta alle restrizioni imposte alle aziende cinesi negli Stati Uniti.

Ma ristrutturare il panorama delle materie prime non sarà facile. Thomas Kümmer, un esperto nel settore delle risorse, rimane scettico e sottolinea che i vantaggi di prezzo e la competenza tecnica della Cina nella lavorazione delle terre rare continuano a rappresentare un ostacolo. Secondo la sua valutazione la strategia statunitense per ridurre la dipendenza potrebbe fallire a causa delle proprie raffinerie.

Una competizione per il futuro

Le carte in questo gioco sono state rimescolate e si stima che la riparazione dei danni ambientali provocati dalla Cina costerà circa cinque miliardi di euro. Ma mentre la pressione aumenta, l’Occidente sta investendo nello sviluppo di nuove catene di approvvigionamento. Tuttavia, le iniziative di diversificazione richiedono una buona mano nella creazione di nuove miniere, lavoratori formati e, soprattutto, incentivi economici.

Il tempo stringe ed è necessario adottare rapidamente i prossimi passi per evitare di rimanere all'ombra della posizione di monopolio della Cina. Resta da vedere se l’Occidente riuscirà a resistere in questa corsa geostrategica.