Destini strani: la mostra a Ludwigsburg rivela la persecuzione nazista

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Ludwigsburg ricorda Friedrich Enchelmayer e la strana persecuzione durante l'era nazista. Mostra nell'Archivio di Stato fino a gennaio.

Ludwigsburg erinnert an Friedrich Enchelmayer und die queere Verfolgung in der NS-Zeit. Ausstellung bis Januar im Staatsarchiv.
Ludwigsburg ricorda Friedrich Enchelmayer e la strana persecuzione durante l'era nazista. Mostra nell'Archivio di Stato fino a gennaio.

Destini strani: la mostra a Ludwigsburg rivela la persecuzione nazista

Attualmente a Ludwigsburg viene messo in luce un capitolo commovente della storia tedesca: la mostra itinerante “Living in Danger” ricorda il destino delle persone queer durante l’era nazista. Questa mostra non solo mostra la repressione e la persecuzione statale, ma offre anche una visione profonda dell'amore e delle amicizie che si sono formate in condizioni avverse. Può essere visto nell'Archivio di Stato di Ludwigsburg fino a metà gennaio e offre uno sguardo unico sulla storia di Friedrich Enchelmayer, un omosessuale di Stoccarda-Bad Cannstatt che soffrì tragicamente sotto le misure del regime nazionalsocialista.

Friedrich Enchelmayer fu condannato nel 1934 e nel 1937 a causa del suo orientamento sessuale ai sensi del paragrafo 175, che criminalizzava la “fornicazione tra uomini”. Sfortunatamente, è sopravvissuta solo una sua foto, che simboleggia il suo destino. Nonostante una relazione durata due anni con una ragazza che non era all'altezza di lui, ha dovuto rendersi conto che non rientrava nelle aspettative della società. Questo conflitto interiore e la repressione pubblica portarono Enchelmayer alla deportazione e alla morte nel campo di concentramento di Dachau. La sua morte raccapricciante avvenne il 9 novembre 1940.

Il significato del paragrafo 175

Il paragrafo 175 era già stato introdotto nell'impero tedesco e limitava la libertà e l'identità di numerosi uomini omosessuali. Solo nel 1994 questo paragrafo è stato rimosso dall’ordinamento giuridico tedesco, consentendo agli uomini omosessuali di vivere apertamente la propria sessualità. Prima della sua soppressione, nella sola Repubblica Federale furono condannati in base a questa disposizione penale circa 64.000 uomini, molti dei quali finirono in campi di concentramento: un capitolo oscuro della storia tedesca che risuona ancora oggi. Anche le lesbiche furono vittime di discriminazione, ma fu solo a partire dagli anni '80 che le madri lesbiche furono private della custodia dei loro figli e la discriminazione continuò.

La mostra, organizzata dalla Fondazione federale Magnus Hirschfeld, affronta queste esperienze traumatiche e mostra la prospettiva regionale con l'aiuto di documenti dell'Archivio di Stato del Baden-Württemberg. Queste rappresentazioni sono necessarie per dare voce alle vittime di allora e quindi anche per contrastare le sfide odierne di discriminazione ed esclusione. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale la persecuzione dell’omosessualità continuò sotto varie forme, il che dimostra quanto i pregiudizi fossero profondamente radicati nella società e in alcuni casi lo siano ancora oggi.

Chiunque sia interessato a questo doloroso momento storico dovrebbe assolutamente programmare una visita alla mostra itinerante a Ludwigsburg. C’è molto da imparare sulla forza e sul coraggio che le persone queer hanno storicamente dimostrato nel combattere per la propria vita e il proprio amore. Una visita non è solo un'opportunità per ampliare la propria percezione, ma anche per riflettere in modo nuovo sulle lezioni della storia.

Questo confronto con il passato è di grande attualità. L’omofobia e la discriminazione sono ancora diffuse nel 21° secolo. Negli ultimi anni la memoria delle vittime queer dell’era nazista ha occupato sempre più spazio nel Bundestag tedesco, il che dimostra che non dobbiamo dimenticare la questione per fare progressi in materia di parità di diritti.

La mostra è aperta fino a metà gennaio e offre una preziosa opportunità per affrontare queste importanti questioni sociali - per la pace, la tolleranza e la convivenza rispettosa.