Shock per i mutuatari: il tribunale di Bayreuth condanna SCHUFA al risarcimento!
Il tribunale regionale di Bayreuth si pronuncia contro la SCHUFA: obbligo di trasparenza in termini di punteggio e risarcimento per le persone colpite.

Shock per i mutuatari: il tribunale di Bayreuth condanna SCHUFA al risarcimento!
Con una recente sentenza la discussione sulla pratica della SCHUFA ha raggiunto una nuova dimensione. Il 29 aprile 2025 il tribunale regionale di Bayreuth ha deciso che la SCHUFA era obbligata a risarcire 3.000 euro di danni. Si tratta di un segnale chiaro che potrebbe avere conseguenze di vasta portata per i consumatori e il credito in Germania. anwalt.de riporta che...
Al centro del conflitto c’è il calcolo automatizzato e la distribuzione dei valori dei punteggi, che avviene senza verifica umana. Questa mancanza di trasparenza ha già portato al rifiuto del prestito al richiedente, il che rappresenta un problema serio nel mondo digitalizzato di oggi. Il caso segue la linea della Corte di Giustizia Europea, che ha chiarito nella sua sentenza del 27 febbraio 2025 che tali valori di probabilità automatizzati rientrano nell'articolo 22 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Ciò dimostra che il punteggio calcolato dalla SCHUFA è considerato un dato di fatto e non un'espressione di opinione.
Le esigenze di trasparenza
La decisione si traduce anche in una chiara richiesta di trasparenza. La SCHUFA deve rivelare quali dati sono stati inclusi, quanto hanno influenzato il risultato e come sarebbe cambiato il punteggio senza determinate informazioni. Una semplice dichiarazione di segreto commerciale non è sufficiente per smentire queste informazioni. Se per i contratti di credito, i contratti di telefonia mobile o i contratti di noleggio viene determinato un punteggio importante, gli interessati devono essere in grado di capire come si è ottenuto questo valore.
Ciò rafforza notevolmente i diritti dei consumatori. Il 26 marzo 2025, in un caso simile, il tribunale regionale di Bamberga ha deciso che il punteggio nella sua forma attuale era illegale. Anche in questo caso sono state criticate la mancanza di controllo umano e l’opacità del trattamento dei dati. Il tribunale ha riconosciuto che le decisioni automatizzate sulla solvibilità senza intervento umano sono inammissibili e ha ritenuto che SCHUFA ha violato il GDPR ratgeberrecht.eu segnala che ....
Rafforzare i diritti dei consumatori
Come risultato di queste sentenze, i consumatori hanno ora il diritto di richiedere una revisione umana delle decisioni basate sui punteggi. Ciò significa che se qualcuno vede rifiutata la sua richiesta di prestito a causa di un punteggio negativo, ora può intraprendere un’azione legale e richiedere una revisione della decisione. Possono essere cancellati anche i dati dei punteggi raccolti in modo errato o illegale. Il RGPD prevede anche il diritto all’informazione sulla creazione dei valori del punteggio.
I consumatori dovrebbero essere consapevoli che questi sviluppi sono importanti anche per le aziende: devono garantire che i loro controlli di credito siano conformi al GDPR, soprattutto quando si tratta dell’uso di modelli di punteggio completamente automatizzati. Alcune aziende potrebbero incontrare nuovi requisiti per verificare le proprie pratiche e documentare i propri modelli di valutazione per affrontare potenziali problemi di responsabilità.
Le ultime sentenze chiariscono che il consumatore non è solo un oggetto passivo del trattamento dei dati, ma ha il diritto di essere coinvolto attivamente nel processo decisionale. I segnali da Bayreuth e Bamberg sono chiari: la trasparenza e l'equità sono ora molto importanti e saranno essenziali per la SCHUFA e agenzie di credito simili per riconquistare la fiducia dei consumatori.