Disastro dell'influenza aviaria: l'agricoltore lotta per il futuro in Bassa Sassonia!
Un’epidemia di influenza aviaria nella Bassa Sassonia provoca la morte di centinaia di migliaia di animali e pone grandi sfide agli agricoltori.

Disastro dell'influenza aviaria: l'agricoltore lotta per il futuro in Bassa Sassonia!
L'influenza aviaria colpisce con tutta la sua forza in Bassa Sassonia. Già in ottobre il contadino Holger Nöhrnberg della regione aveva osservato un comportamento insolito nelle sue galline ovaiole. I veterinari sospettarono immediatamente la temuta malattia, che portò all'uccisione di circa 1.000 galline nella sua fattoria. Ma questa è solo una parte di un problema molto più ampio: al 5 novembre, quest'anno erano stati uccisi complessivamente 763.629 animali a causa dell'influenza aviaria, secondo quanto riportato dal Ministero dell'Agricoltura della Bassa Sassonia. Questa situazione rappresenta una sfida importante per gli agricoltori colpiti, che già si trovano ad affrontare difficoltà finanziarie. Il distributore automatico di Nöhrnberg è vuoto da metà ottobre perché non può più vendere uova. La speranza che la crisi finisca presto resta incerta, soprattutto perché il suo fornitore si trova in una zona riservata.
Dalla metà di ottobre l'influenza aviaria si è diffusa a macchia d'olio soprattutto nel distretto di Cloppenburg, dove sono già stati registrati oltre 30 focolai negli allevamenti di pollame. Solo in questa regione ci sono 2.257 allevamenti con circa 12,3 milioni di animali, il che spiega l’elevata suscettibilità a tali epidemie. Le autorità hanno istituito zone di protezione e sorveglianza che prevedono il divieto di importazione ed esportazione di uccelli. Nei primi distretti colpiti, come Stade e Verden, i cacciatori possono addirittura uccidere le gru malate per ridurre le sofferenze degli animali, nonostante le speciali misure di protezione previste dalla legge federale sulla conservazione della natura.
Punti positivi e sfide per l’agricoltura
La situazione è estremamente stressante per gli agricoltori della Bassa Sassonia. Nöhrnberg descrive la situazione come una “catastrofe completa”. La decisione emotiva di uccidere i polli è stata particolarmente difficile per l'agricoltore, che lavora ogni giorno con i suoi animali. Ma le paure vanno oltre la perdita degli animali. L’incertezza dell’offerta dopo la revoca del blocco sta affliggendo gli allevatori che fanno affidamento su nuove galline per riavviare la loro attività.
Oltre all’onere della gestione delle malattie animali, ci sono state anche ripetute critiche alla politica in materia di malattie animali. Julia P Feier-Schlichting, rappresentante regionale per la protezione degli animali, si pronuncia chiaramente contro l'allevamento intensivo e chiede misure per migliorare le linee guida sulla protezione degli animali. “Il virus può diffondersi attraverso calzature e attrezzature contaminate”, avvertono gli esperti, sottolineando la necessità di misure di sicurezza coerenti.
Uno sguardo al futuro
Le sfide attuali mostrano chiaramente quanto sia fragile il sistema di allevamento degli animali. Quasi 700.000 animali sono già morti o uccisi e la situazione resta tesa. Mentre le autorità continuano a lavorare sulle soluzioni, gli agricoltori sono costretti a rimanere cauti e preoccupati per il futuro. Consolidare la popolazione e proteggere gli animali rimasti deve ora essere la massima priorità. Il benessere degli animali e l'esistenza delle aziende dipendono più che mai l'uno dall'altro.
Nonostante tutte queste difficoltà, c’è ancora speranza di miglioramento, perché gli agricoltori sono noti per avere una buona mano anche in tempi di crisi e per non arrendersi. Resta però da vedere se questa crisi finirà presto, poiché qualsiasi soluzione è ancora solo rudimentale e permane l’incertezza.