Sei agenti di polizia della Bassa Sassonia licenziati a causa di chat razziste!
Sei agenti di polizia della Bassa Sassonia saranno licenziati a causa di chat razziste. Le indagini sono in corso.

Sei agenti di polizia della Bassa Sassonia licenziati a causa di chat razziste!
In Bassa Sassonia sta suscitando scalpore un caso scoperto di chat razziste tra agenti di polizia. Sei agenti che erano ancora in libertà vigilata al momento degli incidenti verranno ora licenziati. Sei accusato di aver condiviso contenuti discriminatori in una chat circa sei anni fa. Queste affermazioni spaziano da dichiarazioni razziste e banalizzazione del dominio nazista a commenti discriminatori e abilisti diretti contro le persone con disabilità. La chat in cui è stato distribuito il contenuto risale a novembre 2019 e ha trovato i suoi protagonisti presso l'Accademia di polizia della Bassa Sassonia a Oldenburg, dove i membri si sono incontrati. Secondo NDR sono già iniziate le indagini sulla pubblica amministrazione e sul diritto dei servizi e otto dipendenti pubblici hanno ricevuto l'interdizione dall'esercizio delle loro attività ufficiali o un licenziamento temporaneo.
Il gruppo è composto da 13 membri in totale, con indagini in corso che coinvolgono altri agenti di polizia, alcuni dei quali provengono anche da diversi dipartimenti di polizia. A differenza dei sei agenti di polizia licenziati, altri cinque hanno ricevuto un periodo di prova prolungato. Nove membri sono stati perquisiti, mentre a quattro membri non è stato concesso il mandato di perquisizione. In un secondo caso sono indagati anche agenti di polizia per aver diffuso immagini e contenuti simili. L'indagine in questo secondo caso coinvolge 24 persone.
Nessuna conseguenza penale, ma un problema serio
Sebbene gli aspetti penalistici dei contenuti della chat siano già scaduti, il Ministero degli Interni della Bassa Sassonia, sotto la guida del ministro degli Interni Daniela Behrens, ha chiarito che tali atteggiamenti non trovano posto nella polizia. Ha sottolineato che non vi sono prove di razzismo strutturale nella polizia di stato. Ciò solleva tuttavia interrogativi, soprattutto alla luce di uno studio recentemente pubblicato dall’Agenzia federale antidiscriminazione. Questo studio dimostra che la discriminazione può verificarsi in tutti gli ambiti dell'azione di polizia: durante i controlli d'identità, le denunce o la detenzione. Naturalmente c’è un enorme interesse per questo tema e c’è una crescente richiesta di riforma.
Ferda Ataman, commissario federale indipendente per la lotta alla discriminazione, sottolinea che è giunto il momento di identificare chiaramente la discriminazione e migliorare le strutture. Anche il commissario federale di polizia Uli Grötsch sostiene un clima di tolleranza zero nei confronti della discriminazione e sottolinea l'importanza della fiducia nella polizia. Questo e i risultati dello studio chiariscono che è necessario agire.
Il futuro della polizia in Bassa Sassonia
Per combattere tali problemi, lo studio raccomanda una revisione delle strutture di polizia sensibile alla discriminazione, una formazione obbligatoria per gli agenti e organismi di denuncia indipendenti. Inoltre, dovrebbe essere effettuata una revisione delle normative legali esistenti, come quelle relative ai controlli infondati. Queste proposte dovrebbero essere intese dal punto di vista che sia gli agenti di polizia che i cittadini in Germania hanno diritto a un trattamento giusto e sensibile alla discriminazione.
Le indagini in corso e le relative sfide dimostrano che il percorso verso una polizia non discriminatoria in Bassa Sassonia è tutt’altro che facile. Ma senza azione, la fiducia in un’istituzione che rappresenta la legge e l’ordine potrebbe essere ulteriormente messa alla prova.