Recupero di Maja T.: Tortura psicologica” nelle carceri ungheresi!
Heidi Reichinnek chiede che Maja T venga riportata dall'Ungheria. Focus sulle condizioni carcerarie, sui diritti umani e sui processi politici.

Recupero di Maja T.: Tortura psicologica” nelle carceri ungheresi!
Il caso di Maja T. suscita sempre più tensione e preoccupazione nella politica tedesca. La 26enne è da oltre un anno in isolamento in Ungheria, cosa che Heidi Reichinnek, leader del partito della sinistra al Bundestag, descrive come “tortura psicologica”. Chiede che Maja T. venga rimandata in Germania per poterle avere un giusto processo lì. Maja T. è associata alla “Hammer Gang” di sinistra radicale ed è sospettata di essere coinvolta in atti di violenza contro estremisti di destra a Budapest nel febbraio 2023.
Come il Mondo Secondo quanto riferito, Maja T. è stata arrestata a Berlino nel dicembre 2023 e infine estradata in Ungheria nel giugno 2024. Tuttavia, questa estradizione è stata classificata illegale dalla Corte costituzionale federale, ma è arrivata troppo tardi per proteggere Maja T. dalle pessime condizioni carcerarie. Inoltre, questi non tengono adeguatamente conto della loro identità di non binaria, il che solleva ulteriori preoccupazioni circa il trattamento umano.
Condizioni carcerarie e proteste
Maja T. ha iniziato uno sciopero della fame all'inizio di giugno per attirare l'attenzione sulle sue critiche condizioni carcerarie. Reichinnek fa riferimento ai principi minimi delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri, che classificano come disumano l'isolamento per più di 15 giorni. "Un processo equo in Ungheria non è garantito", ha detto Reichinnek, che ha anche criticato l'imminente processo in Ungheria definendolo politicamente motivato e una "farsa".
Secondo le autorità ungheresi, le persone presumibilmente aggredite da Maja T. sono state picchiate con pali telescopici nel febbraio 2023, suffragando le accuse di presunto coinvolgimento in attività estremiste di sinistra. Ma i dubbi sullo stato di diritto in Ungheria sono grandi e gli avvocati di Maja T. hanno cercato di impedire l'estradizione, senza successo.
Reazioni politiche e sostegno
Il caso ha mobilitato anche altri politici. Martin Schirdewan, presidente della Sinistra, e Martina Renner hanno fatto visita a Maja T. in carcere e hanno parlato delle deprimenti condizioni carcerarie. Anche il padre di T., Wolfram Jarosch, esprime preoccupazione per il benessere della figlia. In segno di solidarietà, una petizione online dal titolo “Ridateci Maja!” è stato lanciato il progetto, che ad oggi ha raccolto oltre 64.000 firme. L'obiettivo è di almeno 75.000 firme.
Questa azione si inserisce nel contesto più ampio delle questioni e delle procedure giuridiche all’interno dell’UE. In questo caso diventa particolarmente rilevante il mandato d’arresto europeo, che viene utilizzato per scambiare richieste di arresto ed estradizione tra gli Stati membri. Essa mira a promuovere il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie e prevede il rispetto dei diritti procedurali degli indagati, cosa che in questo caso viene messa in discussione. L'interesse per un giusto processo e la possibilità di un trattamento legale di Maja T. sono ora al centro della discussione politica.